Heidi Guhl Matuschka

Popart       Post Moderne

 

 Home
 Presse
 Galerie

face

Zu Dritt

Staccato von SainT-SaĖNe

Verwandlung der Venus

Erotik - Population - Sex

Die Höhe sinkt zur Tiefe

Godess - Gottheit im Wandel

Geburt und Schicksal

Unendlichkeit

Foto Kollage Musik

   Kollage Unikatdruck

VISIONEN AUS VENEDIG

   VISIONEN AUS München
   RITRATTO
   ARGENTO
   2013
 Ausstellungen
 Portrait
 Kontakt
 Impressum

 

  Presse                                                                   La Cità, 01.07.2006

Deutsch       Italienisch            

Recensione Opera Heidi Guhl Matuschka

Adria - Ha esposto alla sala Cordella, la pittrice tedesca Heidi Guhl Matuschka. L' artista, nata ad Amburgo, ha vissuto in quella città la sua giovinezza. Influenzata dalla formazione artistica e dalla sua cultura musicale (organizza tuttora concerti di musica classica), ha lavorato come scenografa in vari teatri ed in altre strutture pubbliche e private come designer. Attualmente cura personalmente numerose sfilate internazionali. Il suo curriculum è assai vasto in quanto ha operato a New York, Firenze, Roma, Bologna, Berlino, Londra, Hong Kong. E’ docente all’Università Meisterschule fur Mode di Monaco dove vive solitamente. Da diversi anni, nel periodo estivo, ha scelto il territorio bassopolesano dal quale trova ispirazione per le sue nuove opere. Infatti, per parecchi periodi dell’anno, vive ad Albarella e da qui si spinge nel Delta. Tali premesse, ci potrebbero indurre a credere che si tratti di una paesaggista o impressionista che cerca nell’originale paesaggio deltizio, materia per il suo lavoro. A dire il vero, Matuschka ha iniziato il suo percorso artistico con lavori post-impressionisti per arrivare poi ad esprimersi con un linguaggio, sempre coerente, che trova materia d’ispirazione nelle avanguardie del ‘900 proponendoci a tratti pittura metafisica, surrealismo, arte informale europea ed americana, pop-art. Il suo mondo (contemporaneo) è legato strettamente alle civiltà del passato. Infatti, sono molti i suoi quadri che ci “parlano” degli dei o dei popoli antichi (assiri, babilonesi, egizi, ecc.) e da ciò nascono visioni incantate e simboliche di una realtà quasi arcana in cui tutto pare indefinibile. Gli elementi sembrano statici ed estranei tra loro e domina un silenzio assoluto, che incute sgomento. Tematiche proprie della pittura metafisica che aprono e anticipano il surrealismo dei lavori che seguono. Dall’essenza delle cose alle quali corrisponde l’immagine di sogno, questo diventa determinante nel surrealismo attraverso il quale si rivela l’intima natura umana da rappresentare con immagini libere e senza condizionamenti. L’artista, però, si spinge ancora più avanti per arrivare alla pop-art che Matuschka non svilisce proponendo immagini divulgate dai mass media rivalutando la forma concreta della vita di tutti giorni. Infatti, sa inserire ampie denunce sociali e ideologiche tanto che alcuni suoi quadri ci fanno pensare a Pollock o Willem de Kooning. I due colori privilegiati dalla pittrice in questa sua fase, il bianco e il nero, e le sue forti pennellate sono in forte contraddizione e contrapposizione tra loro e alludono alla lotta tra le speranze e la dura realtà. D'altronde i titoli dei suoi quadri sono eloquenti: l’altezza sprofonda nell’abisso, concepimento e destino, il silenzio dell’assenza di risposte, abbondanza e vacuità, sono tutto e niente, nascita e destino, ecc. Messaggi che non lasciano intravedere speranze nella condanna della società opulenta del benessere e pongono quelle domande esistenziali sul destino, la felicità ed il futuro dell’uomo che non hanno risposta. “Un’avventura dell’anima, tra fantasia e dimensione onirica” è stata definita la pittura di Matuschka che usa pochissimo colore con tonalità fredde in cui l’elemento grafico è il disegno che occupa il centro dei suoi quadri dove spesso i protagonisti delle sue immagini sono donne stilizzate che ci riconducono alla professione dell’artista. Concludendo, si può dire che con la sua opera Heidi Guhl Matuschka tratteggia la storia dell’uomo dalle sue origini sino ad oggi. Ma più della storia e delle vicende umane, analizza l’uomo nei risvolti dell’anima e della psiche trovando sempre materia più che sufficiente per approfondire un discorso filosofico-antropologico-psicologico che si rifà spesso a C. G. Jung e che accresce ed avvalora la già sua corposa e significativa poetica artistica.

Nicola Berti